Una vicenda dal sapore paradossale. L´operazione condotta dal Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, agli ordini del Maggiore Alessandro Amadei, rivela l´esistenza di una vera ´fiction´ nella ´fiction´. Gli uomini della ´Cattleya´, per raccontare la realtà della camorra partenopea, parlavano direttamente coi camorristi stessi.
La corposa ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Napoli arricchisce di particolari inquietanti una storia dai contorni già troppo foschi. "Ce li devono dare sei alla volta", era l´ordine impartito dal carcere da Francesco Gallo, proprietario della villa scelta dal ´location manager´ di ´Gomorra´, Gennaro Aquino, per ambientarvi ´Casa Savastano´.
Il diktat arrivava agli uomini della Cattleya tramite i genitori del boss, Raffaele Gallo ed Annunziata De Simone, e doveva essere rigorosamente rispettato. Altrimenti "il cinema fallisce", tuonava sempre dal carcere ´O´ Psiello´.
L´affare ´Gomorra´ coinvolgeva anche altri settori. Come quello dei pasti da somministrare alla ´troupe´ nella pause delle riprese televisive. Il tutto era infatti gestito dalla sorella del boss, Carmela Gallo, che proprio nel ´Penniniello´ ha un negozio di alimentari. Sette euro e 50centesimi, il prezzo convenuto per ciascun pasto regolarmente fatturato.

Salvatore Piro

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